Le nebbie di Avalon - Parte 1 by Marion Zimmer Bradley

Le nebbie di Avalon - Parte 1 by Marion Zimmer Bradley

autore:Marion Zimmer Bradley [Zimmer bradley, Marion]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Morgaine tornò con Morgause alla tenda. Era molto stanca, ma cercò di essere gentile e di prestare ascolto mentre Lot parlava di un piano ideato da Arthur: combattere a cavallo, per attaccare e travolgere i fanti e gli incursori sassoni, che perlopiù non erano soldati addestrati.

«Quel ragazzo è uno stratega nato» diceva Lot. «Potrebbe funzionare. Del resto si racconta che bande di Pitti, Scoti e di uomini delle Tribù abbiano sfiancato le legioni attaccando di sorpresa, mentre i Romani, invece, erano abituati a combattere ordinatamente per ranghi, fronteggiando a viso aperto i nemici. I cavalieri hanno sempre un grande vantaggio sulla fanteria. A quanto ne so, era sempre la cavalleria romana a riportare le vittorie più schiaccianti.»

Morgaine ripensò a Lancelet e alle sue appassionate teorie di guerra. Se Arthur condivideva quell’entusiasmo e il progetto di creare unità di cavalleria, forse era vicino il tempo in cui le orde di Sassoni sarebbero state ricacciate via in mare. Avrebbe regnato la pace, ancora più duratura dei leggendari duecento anni di Pax Romana. E se Arthur avesse impugnato la spada di Avalon e gli emblemi dei Druidi, sarebbe stato davvero un regno di prodigi… Una volta Viviane aveva parlato di lui come di un re leggendario, che avrebbe brandito una spada altrettanto leggendaria. E la Dea potrebbe tornare a regnare in queste terre, scalzando finalmente il Dio dei Cristiani, con tutto il suo soffrire e morire… Si perse nei suoi sogni a occhi aperti, finché Morgause non la richiamò alla realtà, scuotendole leggermente la spalla.

«Oh, mia cara, ti sei quasi addormentata. Va’ a letto, ti giustificheremo noi» le disse, e mandò la sua ancella personale ad aiutarla a spogliarsi, a lavarsi e a pettinarsi.

Morgaine dormì a lungo e profondamente, senza sognare, travolta dalla stanchezza di quei giorni. Al risveglio ricordava a malapena dove fosse o cosa le fosse successo: sentiva solo una tremenda nausea. Barcollando uscì dalla tenda e vomitò. Quando si raddrizzò, si trovò accanto Morgause, che con mano ferma e gentile la aiutò a rientrare. Così se la ricordava, Morgause, fin dall’infanzia: ora gentile, ora brusca. Adesso le asciugò la fronte sudata con un panno umido, la fece sedere e ordinò all’ancella di portare una coppa di vino.

«No, no, non la voglio, vomiterò di nuovo…»

«Bevi» le intimò Morgause, «e sforzati di mangiare un po’ di pane, devi mettere qualcosa nello stomaco.» Poi scoppiò a ridere: «Del resto, qualcosa nello stomaco c’è già e ti sta dando filo da torcere».

Umiliata, Morgaine distolse lo sguardo.

La voce di Morgause tornò gentile. «Suvvia, figliola, ci siamo passate tutte quante. Così sei incinta. E allora? Non sei la prima né l’ultima. Chi è il padre? Oppure non dovrei chiedertelo? Ti ho vista guardare il bel figlio di Viviane… è lui il fortunato? Chi potrebbe biasimarti? No? Allora è successo a Beltane? Avrei dovuto immaginarlo. Perché no?»

Morgaine strinse i pugni di fronte a quelle parole di buonsenso. «Non lo voglio. Quando tornerò ad Avalon so già cosa fare.»

Morgause la guardò turbata. «Oh, cara, ma perché? Ad Avalon sarebbero felicissimi di avere un figlio del Dio, e tu appartieni alla stirpe regale.



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